Il canino incluso è l’elemento che rimane a livello intra-osseo dopo la fisiologica epoca eruttiva, avendo esaurito la propria autonoma spinta eruttiva. Dopo il terzo molare, il canino è il dente che ha la maggior probabilità di rimanere incluso. Tale anomalia è diffusa più tra il genere femminile che non maschile e determina tutta una serie di difficoltà per cui il più delle volte richiede una gestione multidisciplinare. Ma di cosa stiamo parlando nello specifico? Come comportarsi? In questa breve guida analizzeremo di che cosa si tratta e come è opportuno muoversi per risolvere il problema.
Quando si parla di inclusione canino o canino incluso si sta parlando di un canino che, invece di scendere e posizionarsi al suo posto nel mascellare o nella mandibola, è rimasto all’interno delle basi ossee causando un sicuro inestetismo anche se spesso il paziente non se ne accorge.
Le statistiche mostrano che il canino incluso è bilaterale solo tra l’8 e il 10% dei casi. Le donne vengono colpite da questa problematica il doppio rispetto agli uomini. Nel 15% è vestibolare cioè il canino è posizionato verso le labbra, mentre nell’85% dei casi è palatale, cioè il canino va verso il palato. (Ericson S, Kurol J. Radiographic assessment of maxillary canine eruption in children with clinical signs of eruption disturbanceces. Eur J Orthod 1986;8: 133-40).
Si parla di canino incluso, quando attraverso una radiografia, si nota che è posizionato trasversalmente con pochissime possibilità di scendere in modo spontaneo lungo l’arcata dentale. Maggiore è l’inclinazione dell’elemento incluso rispetto alla linea mediana (angolo alfa), peggiore sarà la prognosi (Ericson, Sune, JuriKurol. Incisor resorption caused by maxillary cuspids: a radiographic study. The Angle Orthodontist 1987; 57, 4:332-346.)
Per quale ragione, a parte i denti del giudizio, sono i canini i denti che più frequentemente presentano questa difficoltà? In quanto sono gli ultimi denti a posizionarsi dopo che gli incisivi e i premolari superiori hanno già fatto la loro comparsa. Il canino superiore inoltre non nasce subito in posizione dove dovrà erompere, ma nel palato verso i 4 anni si trova tra la base del naso e gli apici delle radici degli incisivi decidui e percorre un lungo cammino prima di scendere in direzione del canino da latte.
Ecco perché è bene fare una visita odontoiatrica anche quando sono ancora presenti i denti da latte.
Con il canino incluso non si può soprassedere, perché può portare a problemi di occlusione, di estetica e in alcuni casi a riassorbimenti radicolari degli incisivi permanenti. Quali sono le cause che portano a questa anomalia?
Il più delle volte la causa è una arcata dentale superiore molto stretta, che determina una mancanza di spazio, perché il canino possa emergere. Un’altra ragione potrebbe essere che trovi degli ostacoli sul suo percorso oppure la presenza di un incisivo laterale conoide.
Altri motivi possono risalire a traumi, ispessimento del tessuto osseo o gengivale intorno al canino incluso, oppure associato ad alcune sindromi genetiche e nelle labiopalatoschisi.
Difficilmente un canino incluso scenderà da solo, i dati in merito sono scarsi. Per questo la prevenzione è la cura migliore. Fare una visita odontoiatrica anche in giovane età, quando i denti da latte ci sono ancora è la cosa migliore per valutare le situazioni caso per caso.
La natura dei canini inclusi rende difficile che possano scendere da soli senza intervento. Generalmente, il processo di eruzione dei denti segue un percorso prestabilito, ma alcuni canini inclusi potrebbero non seguire questo schema. Ciò può essere dovuto a varie ragioni, tra cui:
Mancanza di spazio: Se lo spazio nella bocca non è sufficiente per consentire l’eruzione naturale del canino, potrebbe rimanere incluso.
Ostacoli: Presenza di ostacoli come altri denti già erotti o barriere ossee può impedire il normale percorso del canino.
Angolazione eccessiva: Se il canino incluso è troppo inclinato o posizionato in modo anomalo, potrebbe non riuscire a trovare la giusta direzione per erompere correttamente.
Inoltre, è importante sottolineare che la situazione del canino incluso può variare da persona a persona.
Ignorarlo può portare a gravi complicazioni dentali. La mancata eruzione del canino può causare formazione di cisti, danni ai denti circostanti e disturbi dell’occlusione. Inoltre, potrebbe influenzare la struttura ossea circostante, comportando problemi estetici e funzionali. Per avere ulteriori informazioni, Contattaci.
È possibile recuperare il canino incluso? Quali soluzioni sono a disposizione del dentista? Vediamole insieme.
Per prima cosa occorre fare una Tac tridimensionale, chiamata Cone Beam, che permette di vedere la posizione del canino all’interno della arcata mandibolare superiore. Occorre infatti conoscere la sua posizione rispetto alle radici degli altri denti.
Se è possibile recuperarlo, lo si potrà fare attraverso una operazione chirurgica in anestesia locale nello studio dentistico.
Occorrerà fare spazio al canino incluso intervenendo con un apparecchio ortodontico fisso. L’apparecchio servirà ad allargare lo spazio mandibolare superiore, causa del blocco del canino, spostare le radici dei denti e infine per ottenere un ancoraggio alla trazione.
I tempi perché con un apparecchio ortodontico si abbiano questi risultati dipendono molto dalla posizione del canino, quanto spazio è necessario creare nell’arcata e così via.
L’ancoraggio del canino incluso è una tecnica volta a spostare il canino e posizionarlo in sede. È una vera e propria operazione chirurgica. L’intervento al canino incluso consiste nell’aprire una breccia ossea in prossimità di esso, collegare un filo ortodontico allo smalto della corona del canino venuto allo scoperto e ancorarlo all’arcata dentaria. La forza di trazione servirà a spostare il dente e a reinserirlo ed allinearlo nello spazio mascellare. Se funzionante, può decisamente risolvere il problema e portare alla disinclusione del canino.
Non sempre però è possibile questa via. A volte l’unica soluzione è l’estrazione del canino incluso e successivamente effettuare un trattamento protesico. Si cerca sempre di recuperare il canino incluso, perché è un dente importante in quanto protegge i molari dai precontatti durante i movimenti di lateralità e costituisce un ruolo importante nella proiezione della linea del sorriso.
Riassumendo: l’inclusione del canino è una anomalia generata da molteplici cause. Prima si faranno visite di controllo, meglio sarà per lo specialista monitorare la situazione e comprendere cosa è meglio fare. Cercare la disinclusione del canino è sempre la via migliore a causa dell’importanza dal dente in questione. Quindi l’ancoraggio del canino attraverso un apparecchio ortodontico è spesso la via ottimale da seguire per restituire il giusto aspetto al volto. Solo nel caso in cui questo ancoraggio non sia possibile, si percorrerà la via dell’estrazione del canino.
Il tempo del trattamento per un canino incluso può variare notevolmente a seconda delle circostanze specifiche di ciascun paziente. In generale, il periodo può durare da alcuni mesi a diversi anni, dipendendo da diversi fattori come la posizione del canino incluso, la complessità del caso, e la presenza di eventuali ostacoli o complicazioni.
In situazioni più semplici, in cui il canino incluso è posizionato strategicamente e non presenta particolari complicazioni anatomiche, il trattamento potrebbe richiedere solo alcuni mesi. In casi più complessi, ad esempio quando il canino è profondamente incluso o si trova in una posizione difficile da raggiungere, il periodo di trattamento potrebbe estendersi a diversi anni.
Ignorare un canino incluso può condurre ad una serie di conseguenze potenzialmente gravi, sia dal punto di vista funzionale che estetico.
A livello morfologico, la presenza di un canino non erotto può alterare la simmetria del sorriso e determinare uno squilibrio nella forma dell’arcata dentale superiore o inferiore. Essendo un dente con una radice lunga e robusta, il canino ha una funzione guida nei movimenti masticatori: l’eventuale assenza comprometterebbe l’occlusione e potrebbe generare un sovraccarico sui molari ed i premolari, predisponendo questi ultimi ad usura precoce.
A livello biologico, una delle complicanze più frequenti è il riassorbimento radicolare degli incisivi contigui. Quando il canino incluso si avvicina troppo agli apici dei denti vicini, può determinare un processo di riassorbimento della radice, che porta alla perdita della stabilità dentale. Nei casi peggiori, questa condizione può causare la mobilità dell’incisivo, fino a renderne necessaria l’estrazione.
Non bisogna poi trascurare il rischio di formazione di cisti follicolari, che si sviluppano nel tessuto molle attorno alla corona del dente incluso: le cisti possono espandersi nel tempo e causare gravi danni all’osso circostante. Anche il rischio infettivo è da tenere in considerazione, soprattutto se il canino tenta parzialmente di erompere senza riuscirci del tutto, creando una tasca gengivale difficile da detergere.
In sintesi, la mancata gestione del canino incluso espone il paziente a danni strutturali, estetici e infettivi, che diventeranno sempre più difficili da trattare con il passare del tempo.
La soluzione migliore per i pazienti e per il dentista è sempre quella di conservare il canino incluso e riposizionarlo in sede. Tuttavia, ci sono delle situazioni particolari in cui si può decidere di estrarlo. L’intervento di estrazione del canino incluso palatale non è affatto un intervento semplice.
Molto spesso, infatti, il canino non si è posizionato correttamente, bloccandosi e impedendo l’avanzamento dalle radici degli incisivi. Inoltre, la radice stessa del canino non si è ancora formata del tutto e tende a curvarsi su sé stessa, formando un uncino. Questi due aspetti rendono l’intervento di estrazione del canino incluso molto complesso.
La radice può trovarsi nel palato, e sebbene l’osso del palato si possa riformare, è sempre meglio essere conservativi, lasciando quanto più osso palatale possibile, anche per mantenere salde le radici degli incisivi. Durante l’operazione, occorre la massima attenzione nel separare la radice del canino dalla sua corona. La corona dovrà essere fatta indietreggiare sino allo spazio preposto e successivamente estratta.
Che si voglia estrarre o si decida di riposizionarlo, la cosa importante è non lasciarlo incluso per evitare successive problematiche ancora più complesse, come infezioni o anchilosi. Quali sono le cause che portano a questa anomalia?
Prima di sottoporsi all’intervento di estrazione del canino incluso palatale, è fondamentale seguire alcune precauzioni per garantire un processo chirurgico efficiente e ridurre al minimo il rischio di complicazioni. Innanzitutto, è consigliabile informarsi adeguatamente sulle istruzioni pre-operatorie fornite dal chirurgo odontoiatra. Seguire le indicazioni riguardo al digiuno nelle ore precedenti all’intervento è essenziale, in quanto contribuisce a prevenire eventuali complicazioni legate all’anestesia. Assicurarsi di comunicare al medico eventuali condizioni di salute preesistenti, farmaci assunti e allergie è cruciale per l’intervento. Infine, programmare il periodo post-operatorio in modo da garantire il riposo necessario è fondamentale per una pronta guarigione.
Dopo l’intervento, è vitale seguire le indicazioni post-operatorie per favorire una guarigione ottimale e prevenire complicazioni. È consigliabile evitare cibi e bevande troppo caldi nelle prime ore dopo l’intervento per prevenire irritazioni e sanguinamenti. L’applicazione di ghiaccio sulla zona interessata può contribuire a ridurre gonfiore e dolore. Seguire scrupolosamente le indicazioni del medico riguardo all’assunzione di farmaci antibiotici o antidolorifici è essenziale per prevenire infezioni e gestire il disagio post-operatorio. Inoltre, è consigliato evitare sforzi fisici e mantenere una corretta igiene orale, seguendo le istruzioni del professionista per garantire la guarigione della zona trattata. In caso di eventuali sintomi anomali o complicazioni, è sempre consigliabile contattare il dentista per ricevere le adeguate indicazioni.
Il decorso post-operatorio dopo l’estrazione di un canino incluso dipende, come sempre, dalla complessità dell’intervento. Nei giorni immediatamente successivi, è normale che sia presente gonfiore, dolore moderato e, in alcuni casi, piccole ecchimosi nella zona trattata. Il picco del gonfiore si verifica solitamente nelle 48 ore successive, per poi decrescere gradualmente nei 5-7 giorni successivi.
Per gestire al meglio il periodo post-operatorio, meglio seguire alcune indicazioni:
Il ritorno alla normalità è rapido se non si verificano complicanze, anche se nei casi più invasivi il dentista potrebbe consigliare qualche giorno di riposo e una dieta morbida. Dopo circa 7-10 giorni si procede con la rimozione dei punti di sutura, se presenti, mentre la guarigione completa dell’osso e della gengiva richiederanno alcune settimane, anche se la sensazione di benessere viene recuperata molto prima.
Molti pazienti, ma soprattutto molti genitori nel momento in cui si trovano di fronte alla prospettiva di un intervento per il canino incluso, si chiedono se l’operazione sia dolorosa. È una preoccupazione legittima, ma è bene rassicurare fin da subito: grazie alle moderne tecniche anestesiologiche, l’intervento di disinclusione e/o di estrazione del canino incluso viene eseguito in anestesia locale e risulta quindi indolore durante tutta la fase chirurgica. L’unico disagio che si può avvertire è legato all’iniezione iniziale dell’anestetico, ma si tratta di pochi secondi di fastidio, spesso minimizzati dall’utilizzo di aghi sottilissimi e tecniche desensibilizzanti locali.
Il dolore post-operatorio può variare in base alla complessità del caso. In situazioni meno invasive, con una buona esposizione del canino ed un accesso semplice all’area da trattare, il fastidio dopo l’intervento è contenuto e facilmente gestibile tramite analgesici da banco. Nei casi più complessi, in cui è necessario scavare in profondità nell’osso e/o spostare altri elementi dentali, l’edema e il dolore post-operatorio possono essere più importanti, ma sono comunque transitori e trattabili con una terapia farmacologica mirata. Il chirurgo potrà prescrivere anche un antibiotico preventivo per evitare le infezioni ed un antinfiammatorio per contenere il gonfiore.
In ogni caso, seguendo scrupolosamente le indicazioni post-operatorie fornite, si può tornare ad una normale routine quotidiana già dopo pochi giorni.
Determinare il costo dell’operazione per un canino incluso dipende da numerose variabili, sia cliniche che logistiche. In media, il prezzo può oscillare tra i 600 e i 1500 euro per l’intervento chirurgico di esposizione ed ancoraggio ortodontico, mentre l’estrazione chirurgica, se necessaria, si colloca in una fascia tra i 400 e i 1000 euro, a seconda della difficoltà del caso.
La variabilità è data da fattori quali:
A questi costi vanno eventualmente aggiunti quelli legati al trattamento ortodontico preparatorio o successivo, che può richiedere mesi o anni di terapia con apparecchi fissi. In Italia, non sempre le prestazioni per il canino incluso sono coperte dal Sistema Sanitario Nazionale, a meno che non siano riconosciute come gravi malformazioni o facciano parte di patologie sistemiche. In tal caso, è possibile accedere alle strutture ospedaliere pubbliche, con costi contenuti o addirittura nulli.
È sempre consigliabile farsi redigere un preventivo dettagliato dal professionista, dopo aver effettuato tutti gli esami diagnostici preliminari, così da evitare sorprese economiche e comprendere il reale piano terapeutico necessario.
Oltre ai costi dell’intervento chirurgico, il trattamento completo del canino incluso può comprendere anche quanto segue:
Esami diagnostici preliminari (panoramica, Cone Beam 3D): circa 100-250 euro
Trattamento ortodontico con apparecchio fisso: tra 1500 e 4000 euro, a seconda della durata e della complessità
Controlli periodici post-intervento: ogni visita può costare tra 60 e 100 euro
Eventuali interventi protesici o implantari, se il canino deve essere rimosso, con costi che variano da 1500 a oltre 3000 euro per un impianto completo.
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